L’annuncio del Comitato promotore con il quale viene comunicato che – a causa della crisi provocata dalla pandemia Covid-19 (SARS-Cov-2) – Il FSMET previsto a Barcellona dal 25 al 28 giugno “non potrà essere celebrato in presenza” e che questo processo “continuerà nel miglior modo possibile per costruire risposte fondate sulla solidarietà e sul lavoro comune” non ferma il lavoro delle diverse piattaforme nazionali. Il confronto tra le organizzazioni che in Italia hanno promosso la nostra piattaforma e che ha avuto un primo momento di confluenza a Roma il 9 novembre, continuerà dunque serrato a partire dai cinque filoni di lavoro già individuati. Li approfondiremo alla luce dei nuovi scenari che, proprio da questa crisi, emergeranno: perché davvero “nulla sia come prima” e l’esperienza di questi mesi drammatici possa contribuire a restituirci il senso delle nostre vite e trasformare le relazioni con le persone, con l’ambiente, con l’economia. |
Un altro mondo possibile è ancor più urgente e necessario
Per questo noi, organizzazioni e movimenti riuniti nel coordinamento italiano,
mentre ci stringiamo col pensiero attorno alle persone e ai territori più colpiti dal Covid-19 (SARS-Cov-2) e ringraziamo in particolare gli operatori della sanità e i volontari che stanno affrontando questa emergenza e si sono trovati ad operare senza strumenti e attrezzature indispensabili,
e
mentre stiamo rafforzando l’impegno nelle nostre comunità a supporto dei settori più fragili delle economie locali
insieme lanciamo un APPELLO perché
MAI PIU’
SI DEBBANO ACCETTARE
- tagli alla sanità pubblica, alla prevenzione, alle politiche sociali, al welfare, presidio insostituibile per il diritto alla salute, all’assistenza, alla cura
- scelte tra salute e lavoro, tra età, luogo di origine, residenza e accesso ai servizi sanitari
- precarietà di vita, di reddito, di occupazione, di condizione abitativa
- un’economia che non guarda ai bisogni essenziali delle persone, delle comunità, dell’ambiente e persegue l’interesse di chi ha come obiettivo il profitto
- politiche di sviluppo estrattiviste e necoloniali che mettono in pericolo il clima, la biodiversità, la salubrità del pianeta
- istituzioni e governi che ignorano gli interessi e le volontà delle comunità locali
Allo stesso tempo intendiamo individuare la direzione verso cui tendere e crediamo che
MAI COME ORA
MAI COME ORA va rafforzata e diffusa una nuova consapevolezza sulle cause profonde che rompono gli equilibri dei cicli naturali generando immani dissesti geo-bio-fisici e sugli effetti a breve e lungo termine che i sistemi economici e gli stili di vita individuali hanno sulla sostenibilità ambientale e sociale.
MAI COME ORA dobbiamo chiederci di che cosa hanno davvero bisogno gli esseri che abitano il pianeta per vivere bene.
MAI COME ORA è evidente la necessità di un urgente cambio di civiltà basato su valori e criteri fondati sulla convivenza sociale, sull’affermazione di economie locali, solidali e sostenibili, sulla tutela e sul riconoscimento dei diritti delle persone con maggiori difficoltà e fragilità, primo fra tutti quello ad un lavoro dignitoso. Perché nessuno o nessuna resti indietro e perché il tempo e la qualità delle relazioni alimentino un bene-essere che renda migliori anche dal punto di vista psico-fisico la vita nelle nostre comunità.
MAI COME ORA è necessario sostenere i produttori dei nostri territori – soprattutto i più piccoli o associati in cooperative e imprese sociali – attenti alla salute dei lavoratori e delle lavoratrici, alla cura dell’ambiente, alla domanda reale di beni e servizi e non alla domanda del mercato virtuale e gonfiato che governa ora le nostre vite.
MAI COME ORA è necessario che si ricompongano reti e filiere di produzione di beni e servizi capaci di costituire economie diffuse e innovative che possano cooperare e federarsi superando la scala locale senza rincorrere la concentrazione e il gigantismo di singole imprese.
MAI COME ORA dobbiamo realizzare, in questo modo, reti innovative che, partendo dal reperire o produrre in modo collaborativo anche le materie prime necessarie, giungano a produrre e distribuire prodotti trasformati o lavorati anche attraverso l’organizzazione di una logistica solidale e lo smaltimento o riuso/riciclo degli scarti in modo da eliminare sprechi e rifiuti a monte e a valle delle produzioni.
MAI COME ORA dobbiamo considerare l’agricoltura come prima componente di un più ampio sistema socio-ecologico; valorizzare il ruolo della produzione contadina come fattore fondamentale dello sviluppo rurale; favorire lo sviluppo di innovazione “dal basso”; convertire le colture a biologico, mobilitando la capacità creativa degli agricoltori attraverso l’interazione con altri soggetti, primi fra tutti gli abitanti delle diverse comunità locali.
MAI COME ORA l’agricoltura deve essere al centro di un nuovo sistema economico e sociale in quanto non implica solo la produzione ma costituisce di per sé un nuovo paradigma che riguarda la gestione del territorio, il rapporto con l’ambiente, la didattica, il sociale, e comporta una gestione integrata del territorio in cui le diverse realtà presenti – sindaci, associazioni, cittadini – programmano insieme le politiche pubbliche.
MAI COME ORA è importante e necessario riscoprire e valorizzare vocazioni, culture, saperi e attività di ricerca abbandonati e riappropriarci di produzioni, funzioni, specificità e autonomia ceduti ad una globalizzazione governata dal neoliberismo più dissennato.
MAI COME ORA c’è bisogno di tutelare e promuovere la cultura garantendone tutti i linguaggi, nazionali e settoriali, perché sia una componente essenziale della ricostruzione umana, civile e sociale; in particolare la dimensione creativa e artistica che con fatica sta tenendo viva la riflessione sul presente, l’empatia e il senso di comunità.
MAI COME ORA va messa al centro l’importanza dell’investimento pubblico per un’istruzione accessibile, orientata non soltanto al mercato del lavoro, ma alla formazione complessiva – sociale, civile, politica ed emozionale – degli studenti e delle studentesse e dei/delle docenti.
MAI COME ORA dobbiamo mettere in discussione il modello economico e culturale fondato sul patriarcato, condannare ogni forma di violenza di genere e ripensare il lavoro di cura, spesso reso invisibile e sfruttato, dentro e fuori le mura domestiche.
MAI COME ORA è fondamentale rilanciare e impegnarsi per una nuova cultura del bene comune che abbia al centro l’ecologia integrale, l’essere umano, la comunità, il rispetto per ogni forma di vita, i valori di giustizia, di nonviolenza, di liberazione.
MAI COME ORA siamo tutti e tutte chiamati a lanciare una nuova sfida democratica per raccogliere bisogni e proposte delle comunità, elaborarli in una rinnovata scala di valori per pianificare un’equa distribuzione di risorse affinché la politica e le istituzioni rappresentative – nei singoli Paesi, a livello europeo e mondiale – raccolgano la dura lezione di questi eventi per una transizione verso società ed economie sostenibili che abbiano al centro le persone.
MAI COME ORA dobbiamo dunque rimettere al centro una democrazia sostanziale che ponga la qualità della vita delle persone come principale finalità dell’azione istituzionale e sociale.
MAI COME ORA ogni persona è chiamata, per questo, nella propria comunità, ad animare spazi di pianificazione partecipativa per intraprendere la strada di un nuovo modello di economia e di comunità territoriale capace di autogoverno e di democrazia di prossimità.
MAI COME ORA è necessario ridisegnare un sistema di pianificazione territoriale integrata che, attraverso intese e accordi anche con le amministrazioni locali, renda fruibili beni pubblici come beni comuni.
MAI COME ORA è fondamentale raccogliere le energie positive, le competenze e la creatività di donne e uomini che, in questo tempo di crisi, sono emerse e stanno emergendo affinché non vengano disperse e frustrate, ma alimentino nuovi legami sociali e partecipazione democratica.
MAI COME ORA infine, è necessario vigilare affinché la paura e la rabbia non vengano indirizzate strumentalmente contro il capro espiatorio di turno – spesso rappresentato dagli ultimi e dai più svantaggiati – e affinché le economie criminali non gettino la loro ombra sulla trasformazione che noi auspichiamo.
Per questo, proprio oggi, facciamo appello
a tutte le donne e tutti gli uomini disponibili perché
intensifichino la loro attività e la loro capacità di mettersi in rete
per costruire insieme un
“Patto per le economie trasformative”
definendone indirizzi, scelte, iniziative e campagne.
2 aprile 2020
Carissim*,
dopo la nostra Assemblea del 24 scorso abbiamo ripreso in mano i documenti presentati: Appello “MAI PIU’, MAI COME ORA e sintesi della mappatura sulle conseguenze e la prospettive dell’Economia sociale solidale alla luce della situazione venutasi a creare con la pandemia. Sulla base del ricchissimo dibattito svolto, abbiamo rivisto e completato questi materiali e ve li “restituiamo” unitamente ad una sintesi dell’Assemblea stessa.
Una nota sulla mappatura: come vedrete dalla sintesi la distribuzione geografica delle risposte non risulta equilibrata sul territorio nazionale e mancano all’appello intere regioni. Poiché il nostro lavoro continua,continua anche la mappatura e sarebbe importante che ciascuno/a di noi prendesse contatti con referenti di quelle realtà e invitassero a partecipare. Anche da qui la nostra iniziativa verso gli appuntamenti del Forum può trarre più slancio.
Sui filoni di lavoro. Dall’assemblea è scaturita la proposta di confermare i 5 filoni di lavoro individuati nel primo incontro nazionale del 9 novembre scorso come linee guida per gli incontri territoriali che si sarebbero dovuti svolgere in preparazione del Forum.
Per elaborare le nostre proposte si lavorerà (naturalmente online) in 5 tavoli di lavoro sui 5 temi su tre livelli di analisi: a) comunale, b) nazionale, c) europeo, per mirare correttamente le proposte che emergeranno. Un’ulteriore attenzione sarà ovviamente riservata agli scenari internazionali.
A questo scopo chiediamo a ciascuno/a di voi di segnalare – attraverso questo link https://forum.transformadora.org/assemblies/Italia/f/994/ – la propria partecipazione ad uno dei tavoli per i quali prevediamo facilitatori(trici che avranno anche la funzione di far sintesi per tutti del lavoro svolto da ciascun tavolo.
Questi i tavoli e chi si è resa/o disponibile per la facilitazione:
Tavolo sul filone 1 (Economie trasformative, estrattivimo e crisi climatica)-
Facilitatori referenti: Paolo Cacciari, Monica Di Sisto, Nino Lo Bello.
Tavolo sul filone 2 ( Economia trasformative, produzione, consumi, tecnologia e industria):
Facilitatori referenti: Carlo De Angelis, Virginia Meo, Riccardo Troisi,
Tavolo sul filone 3 (Economie trasformative, democrazia economica e trappola del debito):
Facilitatori referenti: Marco Bersani, Giuseppe Notarstefano, Enzo Vitalesta,
Tavolo sul filone 4 (Economie trasformative e pianificazione territoriale): Facilitatori referenti: Maria Francesca De Tullio, Matteo Rossi, Soana Tortora,
Tavolo sul filone 5 (Economie trasformative, patriarcato, modelli sociali e culturali):
Facilitatori referenti: Francesca Caprini, Jason Nardi, Simonetta Patanè,
Sui tempi del nostro lavoro e sulle prossime scadenze.
La ripartenza è per tutti molto dura e non possiamo certo impegnarci in questo nostro comune impegno a tempo pieno. Non possiamo però, nemmeno lavorare con tempi troppo dilatati, pena l’inefficacia di quello che facciamo, tenendo anche conto che ci sarà, comunque, un primo appuntamento internazionale online a fine giugno come tappa intermedia per il Forum a Barcellona che dovrebbe essere confermato (lo speriamo! per fine ottobre
Vi chiediamo quindi di accelerare al massimo l’adesione e la composizione dei tavoli di lavoro esprimendo le vostre opzioni entro il 15 maggio con il link indicato sopra e, con l’aiuto dei/lle facilitatori/trici, stabilire un primo incontro on line di ciascun tavolo entro fine maggio.
Con la speranza che il nostro percorso possa proseguire e coinvolgere sempre più persone e realtà aspettiamo le vostre risposte e proposte.
Il Coordinamento